Questo è un pensiero, non sappiamo bene se una lettera o cosa altro, che nessuno di noi, docenti, ricercatori, membri del nostro Ateneo, avrebbe mai voluto scrivere.
Il 3 Giugno se ne è andato uno di noi: Marco, un giovane medico, specialista in formazione nella Scuola di Igiene e Medicina Preventiva, che ha concluso la sua vita a trentasei anni.
Appena, soltanto, trentasei anni.
Quando qualcuno ci lascia, diventa immediatamente un santo. Marco non era un santo; era un brillante medico e un promettente futuro igienista. La vita che non vivrà è un enorme, immane spreco: di talento, di umanità, di affetti, di esperienze.
La sensazione che proviamo, come comunità scientifica tutta, come docenti, specializzandi, tutor, e via via tutta la rete formativa in cui Marco ha professionalmente “abitato” in questi ultimi due anni, è quella di un tir che ci schiaccia pian piano, che ci opprime e ci toglie il respiro.
Marco lascia dietro di sé molto, moltissimo: lascia la sua famiglia e questo genera un dolore incancellabile; lascia una comunità professionale che lo aveva accolto, formato, aiutato a diventare un futuro specialista proprio quando il traguardo era dietro l’angolo, appena un anno e poco più dalla specializzazione e dall’ingresso nel mondo del lavoro.
Non ti dimenticheremo, Marco, non lo faremo mai: questa è una promessa, che non risolve e tantomeno attenua il non poterti più vedere, frequentare e “condividere” il tanto che c’è, che si genera spontaneamente nel rapporto pressochè quotidiano con i nostri “ragazzi”, ma ti promettiamo che non ti dimenticheremo mai, e che una piccola, immateriale, parte di te vivrà sempre con tutti noi.
La Scuola di Specializzazione di Igiene e Medicina Preventiva
La Scuola di Scienze della Salute Umana